Stalking

 

immagine stalking

 

 

Che cos’è lo stalking?

 

Il termine stalking deriva dall’inglese e significa: fare la posta alla preda, nascondersi per cacciare. Esso è un comportamento con cui una persona perseguita una vittima fino a toglierle la libertà e a provocarle dei danni psicologici o fisici. Per lo più il persecutore è una persona normale che agisce in questo modo per conquistare l’oggetto d’amore, per ricuperare una relazione finita, per vendicarsi, per il puro gusto di tormentare.

Le azioni di disturbo sono molte, dalle richieste continue, all’assillo telefonico, ai pedinamenti, fino alla violenza e nel 10% si arriva all’omicidio. Nessun comportamento della vittima può diventare un’attenuante per il persecutore. Va sanzionato con coerenza e severità.

 

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E’ un male moderno?

 

Non è chiaro quale sia l’andamento storico del fenomeno. Sicuramente l’interesse verso tale azione deriva da una nuova sensibilità nei confronti del diritto. Molti comportamenti sono stati giudicati normali finchè non si è sviluppata una nuova cultura, che li ha considerati aberranti, e quindi ha definito leggi per sanzionarli.

Lo stalking deriva dalla sensibilità ai nuovi diritti individuali che si è sviluppata dagli anni ’80, epoca in cui si incomincia a parlare dello stalking contro gli attori in America. In questo caso si tratta del diritto alla autodeterminazione nelle scelte relazionali: ognuno è libero di scegliere con chi vuole avere una relazione affettiva o amorosa.

 

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Chi sono i protagonisti?

 

Nel 70% dei casi il persecutore è uomo e nel 70% dei casi quindi la vittima è donna. Solo nel 10% dei casi esiste un chiaro quadro di malattia mentale nei persecutori, che può spiegare il comportamento ossessivo. Ma nel 90% dei casi essi sono persone normali. La persecuzione colpisce di più le figure d’aiuto, come assistenti sociali, medici, infermieri, psicologi. Il 20% in queste categorie ne hanno sofferto.

 

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Cosa sorregge tale comportamento?

 

Nel 10% dei casi, dove è presente una malattia mentale, il comportamento deriva da un delirio, cioè da un pensiero magico grandioso, che fa regredire il soggetto verso modalità infantili ed onnipotenti.

Nei sani, che sono la maggioranza, c’è una tendenza particolare che chiameremo atteggiamento narcisista. In questo caso l’individuo tende ad avere relazioni d’uso dove l’altro serve alla autogratificazione. Se la relazione finisce la ferita è insopportabile e solo la ricerca della riconquista dell’oggetto perduto, a tutti i costi, può dare sollievo. Queste persone hanno un grossa incapacità a reggere le frustrazioni.

La fantasia di essere nutriti da una persona speciale soddisfa la parte narcisista del futuro molestatore, ma appena tale persona oppone un rifiuto, l’umiliazione si trasforma in sadismo.

 

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A chi possiamo paragonare il persecutore?

 

Una metafora interessante, che mette in luce tali caratteristiche narcisistiche è quella del vampiro.

 

      Il vampiro viene dai morti: anche lo stalker ha una parte morta data dalla sua incapacità di vero amore.
      Il vampiro cerca una persona viva: anche lo stalker cerca una persona dotata che possa nutrirlo.
      Il vampiro azzanna per prendere il sangue: anche lo stalker entra nel confine della vittima per inglobarla.
      Il vampiro succhia la preda per ritornare illusoriamente vivo: lo stalker si fonde con la sua vittima per sentirsi illusoriamente intero.
      Nel vampirismo l’altro azzannato diventa un vampiro: nello stalking l’altro braccato perde la felicità.

 

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Cosa può fare la vittima di stalking?

 

La vittima di stalking deve definire senza equivoci il rapporto con il persecutore ed interrompere il legame con fermezza.

E’ indispensabile che ne parli con persone fidate per organizzare un sistema di protezione.

Può sporgere denuncia sapendo che è in vigore una legge, la Legge 38/2009, che introduce il nuovo reato di «atti persecutori». Tale normativa sanziona episodi di minacce o di molestie reiterate, prima che queste possano degenerare in condotte ancora più gravi. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a quattro anni. Sono previsti aumenti di pena se il fatto è commesso dall'ex partner o nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili. Il delitto è normalmente punibile a querela della persona offesa (ma sono previsti alcuni casi in cui si procede d'ufficio).

 

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Come si può prevenire lo stalking?

 

La prevenzione di questo comportamento passa attraverso una educazione ai sentimenti e all’amore. Se si idealizza l’amore come Assoluto, si facilita l’espressione di parti infantili e possessive e si rischia di amplificare il lutto, nel caso dovesse finire. Bisogna andare verso l’idea dell’amore Civile, dove agiscono parti adulte e affettive capaci di responsabilità, protezione e compassione. In tale amore ogni partner ha la libertà di stare nella relazione o di allontanarsi e il legame è basato sullo scambio alla pari e sulla autonomia psicologica.

La prevenzione si basa anche sulla educazione a sentire e valorizzare l’empatia verso gli altri, sentimento per cui “immaginiamo quello che prova l’altro e perché lo prova”, pur senza condividerlo necessariamente.

Questo significa che nessun dolore altrui si può trasformare nella nostra gioia, come nessuna gioia altrui deve produrre in noi invidioso dolore. L’empatia avvicina gli uomini per permettere il rispetto.

 

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Conclusione

 

Possiamo riassumere i concetti in questi consigli:

 

  • Se sei vittima di stalking sappi che questo è un reato perpetrato nei tuoi confronti.
  • Sappi che la Legge tutela chi subisce persecuzioni e sanziona anche con il carcere i molestatori assillanti.
  • Non soffermarti sui tuoi presunti sensi di colpa per sopportarlo, né sulla fragilità dell’altro per giustificarlo: l’azione persecutoria va fermata.
  • Non basarti sulla solitudine come alibi per stare in una relazione patologica.
  • Cogli i segnali di pericolo e tutelati con una rete di persone amiche, senza vergognarti.
  • In futuro non esagerare nell’aiutare l’altro infelice, senza portarlo contemporaneamente verso le sue responsabilità.
  • Se sei tu il persecutore, sappi che sta agendo una parte infantile e narcisista, che non vuole ammettere la sconfitta.
  • Sappi che stai commettendo un reato, in cui nessuna debolezza della vittima può diventare una tua attenuante.
  • Fatti curare da uno psicologo perché il dolore che chiami “amore” è un vuoto antico che risucchia la vita, tua e altrui.
  • Se sei uno stalker hai trasformato il dolore in distruttività, perché non sei in grado di reggere la frustrazione, e tale distruttività sta uccidendo i tuoi sentimenti.
  • Prendi le distanze dalle emozioni e ragiona. Il pensiero liberato è una via di salvezza.
  • Non stare nel gioco “E’ tutta colpa tua”. Guarda te stesso: dove arriva la responsabilità sparisce il vampiro.

 

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BIBLIOGRAFIA

 

  • Bartolini F. “Lo stalking e gli atti persecutori nel diritto penale e civile” La Tribuna 2009
  • Berme E. “A che gioco giochiamo” Bompiani 1967
  • Legge 23 aprile 2009, n. 38 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonchè in tema di atti persecutori" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2009
  • Forum-Associazione donne giuriste “Stalking e violenza alle donne” Franco Angeli 2009
  • Nicol Bran “Quando la passione diventa ossessione: lo stalking” Ananke Torino 2009
  • Stoker B. “Dracula” 1897

 

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